Nessuna tematica da qui ai prossimi decenni sarà prioritaria quanto il cibo e l’ambiente. Siamo arrivati al punto in cui ci troveremo ad affrontare sfide inedite come l’autosufficienza alimentare, la ricreazione di un nuovo sistema industriale compatibile con l’ambiente, e trovare applicazioni alle nuove tecnologie per avere la possibilità di garantire cibo e risorse a tutti.
Guardando l’Italia-paese da fuori ma allo stesso tempo lavorando fianco a fianco con le imprese e i territori, ciò che colpisce è la forza dell’impatto che la nostra immagine e la nostra cultura millenaria esercita nel mondo. Consapevoli di questa forza, si tratta di farne una risorsa per reimpostare i rapporti con i paesi amici e proiettare l’Italia nello spazio vitale del Mediterraneo.
Ogni rivoluzione tecnologica aumenta il divario tra le classi sociali e tra generazioni, creando divisione nel tessuto sociale. Oggi, investiti in pieno da una continua ininterrotta rivoluzione tecnologia che dura oramai da decenni e che non concede il tempo alla società di ricomporsi e alla ricchezza di essere redistribuita, siamo chiamati anzitutto a ritrovare coesione e redistribuzione, e per farlo abbiamo bisogno di obiettivi comuni.
Che sia nella nuove tecnologie, nel digitale, in ogni aspetto della complessa transizione ecologica o nella manifattura tradizionale che ci ha resi eccellenza nel mondo, le aziende italiane vivono della luce riflessa delle capacità individuali di un popolo straordinario. Ripartire dalle nostre capacità individuali, prendere atto di questa forza e darle una adeguata “vetrina” sono le basi per risollevare l’economia e ricreare benessere.